martedì 18 aprile 2017

Cavallini imbizzarriti

di Bubbapuppi Bubba

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“...come capita spesso nelle piccole città, gli spettatori si derisero a vicenda scagliandosi insulti e volgarità; poi passarono alle pietre e infine alle armi...Molti tifosi di Nocera furono riportati a casa pieni di ferite e molti piansero la morte di un figlio o un genitore”.Tacito, Annales (Ann., XIV,17). 

L'assenza di punti di riferimento di un' epoca vuota non c'entra. A volte in città, e in qualsiasi città, nelle ore notturne possono accadere cose sgradevoli. Abbiamo parlato con questo giovane aquilano, vent'anni, di quello che ti può capitare quando si è fatta una certa in discoteca, o anche per strada davanti a qualche locale a L'Aquila.




Bubba: Il gruppo. Il più anziano ha 27 anni.

Giovane Aquilano: Sì, si sta solo vicino al gruppo, persone più grandi. Per noi c'è il gruppo, una forma di qualcosa a cui portare rispetto. Io e il mi amico eravamo affascinati dalla loro vita notturna.
All'inizio ci accollavamo e basta, non uscivamo insieme o bevevamo insieme, soltanto quando li vedevamo ballà ci mettevamo vicino a loro e loro non ci dicevano niente. Fino a che, una sera verso le tre e qualcosa, è partita la rissa e noi ci siamo ritrovati in mezzo.
In mezzo al bordello ci hanno buttato sopra alla consolle e quindi ci stavamo pure noi là in mezzo, con l'adrenalina che ti distrugge e abbiamo fatto una gigantesca rissa dentro.
Era la prima volta che facevamo a botte e io per sbaglio ho tirato un cazzotto in testa a XXX perché menavo così, a vento, senza vedere chi cazzo stai a colpì. Ho detto, cazzo! E mi sono stato zitto...
Il mio amico, esco fuori, stava fuori, punta questo tizio, carica, tira il cazzotto, stava ancora viaggiando... questo ti parlo di secondi... e lo tirano, lo spostano, va liscio e gli arriva un colpo in testa e casca.
Poi abbiamo visto XXX e XXX che hanno preso uno, l'hanno buttato contro una vetrina e hanno incominciato a massacrarlo di botte tutti e due, tirava un cazzotto uno e poi arrivava l'altro. Dopo una cinquantina di cazzotti, così, quello aveva la faccia aperta e si lamentava.

Bubba: Ma non è scorretto?

G.A.: No, quelli avevano tirato fuori la cinta. XXX ha cacciato la cinta e con tutta la fibbia ha colpito in testa XXX.

Bubba: E l'ha ferito.

G.A.: Mmm, sì.

Bubba: Perché vi siete presi proprio voi due gruppi?

G.A.: Così, succede e basta. A volte il motivo ci sta ma non c'è rivalità tra paesi o quartieri, non lo so perché...
E da qua il gruppo ci ha accettati perché invece di scappare siamo rimasti.
La settimana dopo XXX mi ha chiamato e mi ha detto “Ci vediamo stasera alle otto da XXX e dobbiamo parlà. Dillo pure a XXX”.
Ok, e dicono “Adesso uscite con noi, ché ho capito come funziona la cosa. Venerdì prossimo fatevi i cazzi vostri. Se partono loro partiamo pure noi”.
Figo, è una figata. Stare dentro al gruppo. È eccitante.

Bubba: Qua è parlare di rispetto. Rispetto solo per chi ti rispetta. Cercare di ottenerlo per se stessi, togliendolo all'avversario. Si intende una “messa in scena” della violenza: siamo animali e se non partecipi tu sei Leone, il cane fifone.

Bubba: Ma c'è anche chi esce e non appartiene a nessun gruppo.

G.A.: Sì, infatti io non esco soltanto col gruppo. L'altra sera per esempio, ero con due amiche e un altro.

Bubba: Però bisogna starci in un gruppo, tipo gang, tipo branco e scontrarsi.

G.A.: No no. Con il “branco”, come lo chiami tu, ti diverti pure quando stai a ballare e cavoli vari.

Bubba: Come funziona la rissa?

G.A.: Noi stiamo là tranquilli, ci stanno tutti, anche le ragazze, le fidanzate, poi succede che noi siamo tanti e stiamo in uno spazio ristretto e vogliamo i nostri spazi e quindi, se ci arrivano due o tre spinte, appena parte uno partono tutti quanti.
Mi ricordo, bellissima, l'anno scorso, stavamo a ballà sul palchetto nostro e c'era XXX sul cubo da solo, noi sotto. A una certa non si capisce perché, non si capisce come, si vede un ragazzo che vola dal cubo, sbatte la testa per terra. XXX gli salta sopra, gli arrivano due pizze e poi l'abbiamo fermato noi perché noi non sempre partiamo.
C'è una regola: se il ragazzo in questione sta da solo, uno soltanto, soltanto quello che si appiccica con lui ci fa a botte.
Ci deve essere consultazione prima di fare una rissa. Noi ci guardiamo, ci facciamo gli sguardi, ci intendiamo se dobbiamo fa o non dobbiamo fa. È capitato anche che, l'anno scorso XXX s'è appiccicato con uno e noi non eravamo d'accordo quindi s'è appiccicato da solo; quell'altro lo ha tonfato, gli ha fatto male, aveva tutta la faccia gonfia e s'è incazzato con noi perché non siamo intervenuti... ma questo perché in mezzo a quelli c'era gente che conoscevamo! ...e che XXX non conosceva.
La questione poi si risolve che c'è un casino totale, che questi stanno ancora cercando XXX che non esce mai da solo. Se va solo a ballare con la ragazza rischia.

Bubba: Beh, sì, bisogna aspettarsi le ritorsioni...

G.A.: Certo. Ultimamente quando sono uscito senza gruppo, con altri amici abbiamo cambiato programma all'ultimo momento e il locale che abbiamo scelto sapevo che è la patria dei rumeni e infatti quando siamo arrivati c'erano i rumeni del sabato prima con cui ci siamo appiccicati col gruppo e quindi io non mi sono fatto vedere, in paranoia.
Ai miei amici di quella serata non ho detto niente, non va detto, sennò rovini la serata. Per le cazzate che fai non puoi rovinare la serata agli altri. Non bisogna dire agli altri, meno gente lo sa e meglio è.
Quelli che non vogliono fare a botte con noi si scusano. Noi provochiamo, lo richiede la situazione. Siamo facilmente suscettibili. Ma tutti se le cercano. Fino a adesso solo un gruppo s'è scusato con noi. Tipo l'altra volta questo continuava a buttarsi addosso a XXX e sembrava proprio che lo faceva apposta. Stava entrando dentro il nostro cerchio: non puoi! ...allora XXX gli dice “Senti che dobbiamo fa? Io sto a andà in faccia al muro. Ci vuoi andà tu in faccia al muro?” e quello si è scusato ma l'amico invece voleva partì.




Bubba: Una messa in scena della violenza, una questione di corpi, di emozioni forti e di ritualità. Scene di individui giovani e violenti che si trovano giusto a giocare. Posta sul piatto non c'è.

G.A.: Le regole della rissa del nostro gruppo sono: se si fa la rissa non scappi;
se non vuoi fare a botte vai a prendere le spranghe in macchina, le mazze;
ci portiamo le mazze solo se succede una cosa grossa, sappiamo che deve succedere. XXX sabato mi ha fatto vedere un machete così grosso, tutto nero. Non lo usa però, lo tira solo fuori.
Se parti tu poi non ti puoi tirare indietro, devi restare sempre davanti insieme agli altri.
La nostra rissa è una rissa giusta.
Le armi non ci sono. A volte succede che c'è quello che c'ha l'accetta, quello che c'ha la pala, il coltello. Sono ammessi solo oggetti contundenti che fanno tanto male.
Cerca di non menare a quelli del tuo gruppo, tipo fuoco amico, cosa che succede sempre.
Divertiti.
Quello che si prova quando meni è tipo quando fai un incidente allucinante, che ti sale una scarica di adrenalina potentissima. Nell'incidente non la senti ma quando fai a botte quell'adrenalina ti aiuta, ti salva, tu non senti botte, non senti niente.
Quando sono partiti contro XXX gli slavi con il tirapugni e gli hanno aperto il sopracciglio e lui è cascato a terra, quando si è rialzato non sentiva niente e pisciava sangue.

Bubba: Le ragazze?

G.A.: Sempre dietro. Non devono essere toccate. Le ragazze provano a fermare i ragazzi, i rispettivi fidanzati. Due sabati fa stavamo tutti quanti in prima linea lungo i portici, quindici slavi davanti a noi, noi eravamo una trentina e c'era XXX e la ragazza che cercava di fermarlo “...lascia perdere, andiamo” e lui “Statte zitta”. Arriva XXX “Sfrocemo di botte a tutti quanti, vai!”.
Non c'è una risposta appropriata in quel momento, posso dire soltanto stai dietro non mi venire né a rompere i coglioni né a fare altro, basta che non ti toccano.
Se devi fare la serata romantica te ne vai da solo con la ragazza e la porti da un'altra parte, non esci col gruppo in discoteca, questo a prescindere.

Bubba: Con che frequenza vi scontrate?

G.A.: C'è il cinquanta per cento delle possibilità che si faccia a botte. L'anno scorso era ogni venerdì. E infatti avevamo un po' esagerato anche perché con quest' altro gruppo s'era messa male. Non avevamo paura di andare in giro però loro stavano sempre dove stavamo noi, finché una sera hanno chiamato i carabinieri perché stava succedendo un vero casino … ma erano i carabinieri di XXX, visto che erano i più vicini e questi carabinieri si sono messi davanti ai ragazzi del loro paese, uno di questi con una chiave della macchina in mano ha minacciato uno dei nostri “Te devi sta fermo sennò te scanno”...e il carabiniere dietro niente!
Dopo quella serata, c'è stata quella all'aperto all'università e là è successo il casino totale. Buttati per terra li abbiamo massacrati di botte e adesso non ci dicono più niente. Ci rivediamo in giro e ce n'è uno che ci saluta, ciao ciao, quello che era partito con la cinta non si vede più in giro, un altro ogni tanto si vede ma si dilegua subito. Il loro gruppo non esiste più. Loro sono più grandi e c'hanno un bel po' di denunce, nessuno di loro lavora, non sono sposati, né hanno figli, dai venticinque barra trent'anni. Noi siamo tutti lavoratori, massimo 27 anni.

Bubba: Siete bravi ragazzi voi.

G.A.: Sì.

Bubba: Famiglia, amicizia, lavoro e siete educati. Siete un gruppo famoso, famigerato?

G.A.: Bah, se ci vedono non ci dicono niente, cioè a noi non è mai capitato di sentirci dire “...ah, voi siete quelli che hanno spaccato la faccia a...”, non ci è mai successo questo.

Bubba: Ma nell'ambiente si sa che voi siete quelli che menano?

G.A.: No, non si sa. Tipo sabato, uno slavetto di sedici anni se l'è andata a prendere con XXX, che ce ne ha ventiquattro di anni e che gli spacca la faccia. Ovviamente non gli è partito sennò si beccava la denuncia.

Bubba: Avete denunce?

G.A.: No, abbiamo una segnalazione generale, ci hanno preso i documenti. La polizia. È stata una rissa pesante, uno è volato dalle scale. Una rissa potentissima è stata l'estate dell'anno scorso, all'aperto. Stavamo a ballà e ci siamo appiccicati con quelli di XXX, quando sono arrivate tre o quattro pattuglie della polizia, tipo a travolgere tutto e tutti a scappà. Là ci siamo picchiati tantissimo, a me mi avevano preso e aperto il sopracciglio.




Bubba: Non c'è politica, né ombre d ideologie novecentesche o, peggio, razzismo. È una storia da arena di anfiteatro romano.

G.A.: Gli stranieri devono rompe il cazzo, devono essere superiori e invece non è così. Ci sono gruppi diversi ma quando uno straniero sta in difficoltà gli altri degli altri gruppi di stranieri accorrono subito perché si sentono tutti quanti fratelli, albanesi, rumeni, macedoni ma questi pochi. Africani pochissimi, uno, massimo due ma a ballare, non fanno niente, sono pacifici. I rumeni sono i più pericolosi , c'hanno la lama. L'ultima volta però con loro è uscita solo una mazza, uguale a quella da baseball ma tutta in acciaio e uno se l'è beccata dietro la schiena. Non sapevo chi era. Noi avevamo gli alleati di XXX. Gli hanno fatto malissimo. Ce lo siamo tirato indietro sulla linea, perché ancora non scattava la vera rissa.
Ci sono diversi momenti nella rissa. Il primo quello degli sguardi; secondo è quando si inizia a provocare o si viene provocati e ti accorgi di quello che sta succedendo; terzo chiami gli altri; quarto arriva la prima mossa, cioè il primo cazzotto; quinto, di solito ci troviamo dentro la discoteca, quindi è quando ci appiccichiamo dentro la sala e dalla discoteca ci cacciano fuori, ed è il sesto momento; settimo ci mettiamo un gruppo da una parte e un gruppo dall'altra; 8 ci guardiamo un attimo in faccia; 9 tiriamo indietro le donne e al decimo momento si parte e succede il massacro. Devi menà finché c'hai la forza, finché non vieni ucciso, finché non ce la fai più insomma.

Bubba: Quando si decide che la rissa è finita?

G.A.: Dunque, o quando viene interrotta dalla polizia, e questo capita quasi sempre, sennò noi non ce ne andiamo, o finisce perché gli altri scappano o stanno tutti quanti “cottomati” per terra a morì. E là daje de zampate, stanno per terra, alle costole. Quando arriva la polizia fuga di tutti e due i gruppi.
Quando ci rivediamo ci ridiamo sopra: “Oh, ma hai visto l'altra volta quello? Quello è partito così!” “Hai visto XXX?” “Eh XXX, tu sei un macchinario, un macchinario di distruzione”.
Quando invece ci rivediamo col gruppo nemico dipende. Guardiamo solo brutto, perché dopo la prima rissa devi aspettare che l'altro gruppo parte, tu non devi avere altre colpe, oppure quando una cosa è finita non succede niente. Cioè ci guardiamo un attimo, ci salutiamo se abbiamo fatto pace. Per esempio quello di XXX si è pentito e abbiamo fatto pace e a noi ci saluta e noi salutiamo lui.

Bubba: Come fate a fare pace?

G.A.: Ci diciamo le cose, “Eh, abbiamo sbagliato...” “Eh, pure noi...” e quindi finisce tutto, non si fa a botte più, basta, a meno che non sei pazzo, ti scusi e poi riparti, ma per quello devi essere stupido.




Illustrazioni di Tri

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