lunedì 25 maggio 2020

Messaggio per l'umanità


Un messaggio per l'umanità, per voi. Per tutti sì, e anche per noi*.

La sua abilità principale è quella di riuscire a percepire le onde di energia non visibili e di viaggiare tramite stadi di trance nel mondo degli spiriti e connettersi con l'ancestro che la ascolta.

È capace di collegarsi con le forze sottili dell’esistenza, animata da una specie di amore universale ed essere una di quelle persone che definiresti, senza dubbio, con i piedi per terra.

Mentre è occupata a lavoro nel sociale trova il tempo di raccogliere le sfide dell'attivismo politico più complicate, quelle che vengono praticate per sabotare il processo di deumanizzazione dei contesti nei quali ci muoviamo.

E con mossa spiazzante, raccontandomi di un progetto di viaggio in Germania, mi informa che è lì che intraprenderà il percorso dell'iniziazione: a Monaco di Baviera.

La mia amica è una sciamana, una neosciamana, una sacerdotessa, una donna magica.

L'occasione per partecipare ad un rituale è la sera del ventuno settembre, bella, con l'aria ancora accogliente, un circolo ristretto di persone, in giardino. Braciere acceso e arrostata per cena.

Il rituale si svolgerà senza ricorrere a preparati botanici modificatori della coscienza ma concentrandoci sull'immaginazione e la ferma volontà di pescare dal fondo di noi stessi quanta più autentica essenza saremo riusciti ad appallottolare fino a dispiegarne l'energia sulle lande della nostra personale visione...o giù di lì.

Questo è un altare mongolo perché mi hanno iniziato secondo il rituale della Mongolia.

Gli animali: cammello, cavallo, mucca, pecora, capra. La capra oggi ha deciso di staccarsi...vuoi dare un po' di latte agli animali? Basta che glielo passi sotto le bocche; anche loro mangiano e quando facciamo il rituale stanno meglio. Agli animaletti bisogna dare da bere perché ti aiutano, vanno anche legati altrimenti scappano...

Questa è la bandiera sciamanica, questi colori accomunano tutti gli sciamani, che siano siberiani, messicani, mongoli...nelle ciotoline c'è vodka, la vodka con un po' di latte e poi si aggiungono cose che possono piacere agli antenati quindi i dolci, formaggio secco...


la vodka si usa molto perché svolge una funzione disinfettante, si usa per pulire il tamburo, i vestiti... quando ho fatto l'iniziazione mi hanno ricoperto di vodka e la cosa drammatica è che il vestito sciamanico non puoi lavarlo mai...quindi potete immaginare che cosa diventerà questo...

Questo vestito è stato cucito su misura da una sarta aquilana.


Ci sono appesi degli oggettini...

Sì, sono tutte protezioni: le forbici, il martello, la pala, ognuno è un arnese da lavoro.

Prima dell'iniziazione ce le siamo cucite sull'abito scegliendo i posti.

Questo è il machete, qua c'era un altro martello ma mi si è staccato; quando si staccano li devi buttare via purtroppo perché significa che hanno svolto la loro funzione.



Siamo nel periodo dell'equinozio, il passaggio tra stagioni. Siccome la stagione sta cambiando, passiamo dall'estate all'autunno, è il tempo del raccolto e stasera faremo un parallelo. 

Sicuramente in questo tempo che è passato abbiamo perso delle cose, abbiamo fatto sacrifici, abbiamo subito delle perdite, momenti in cui ci siamo sforzati tanto per realizzare qualcosa; lo facciamo coincidere con l'aver lavorato la terra.

Quando tu vuoi ottenere una cosa in qualche modo ti sforzi parecchio quindi un po' qualcosa perdi, quando vuoi conquistare una cosa dai tanto, quindi qualcosa devi lasciare; parliamo sia di perdite intangibili: sforzi particolari, delle fatiche, delle parti di noi che sacrifichiamo per ottenere qualcosa, come anche perdite tangibili perché magari abbiamo perso delle persone care...io ho perso una persona cara quest'anno...e anche la gatta a cui ero tanto legata... e per queste perdite, che in qualche modo abbiamo offerto sull'altare di questa stagione, in cambio chiediamo per noi un frutto, chiediamo di raccogliere qualcosa.

Pensiamo una cosa che vogliamo guadagnare e la cosa che in qualche modo abbiamo donato, come la fatica dei contadini che devono coltivare per poter raccogliere, e scriviamo quello che abbiamo lasciato e quello che vogliamo conquistare ; lo scriviamo su questo foglio...è una cosa molto personale, ognuno se la tiene per sé, e poi uniamo tutto dentro una ciotolina... la mettiamo sull'altare...

Il cerimoniale va interpretato come un vero e proprio sforzo di ricerca di nuove risorse e propriocettività, percepirsi e riconoscersi nello spazio senza il supporto dei sensi comuni; le immagini che ognuno di noi evoca, i passi del percorso che ti sei figurato, i battiti del cuore e i singoli respiri insieme ai colpi del tamburo ruotano intorno al perno della responsabilità di trovare una posizione stabile all'interno del gruppo riunito in cerchio attorno al fuoco che offre protezione.


Almeno tre giorni prima non si beve perché se tu vuoi avere una maggiore percezione sensoriale devi essere lucido, libero da offuscamento, l'alcol diffonde quindi è più difficile capire cose non ordinarie...anche se dipende da quello che fai...se avessimo fatto un rituale dedicato a Bacco avremmo ballato e bevuto tutta la notte... E ora si suona.

Possiamo suonare tutti...semplicemente il suono devi sentirlo, cioè vai quando trovi il suono che senti, che è quello che ti corrisponde, quello che si sente nel cuore...non importa se non andiamo tutti allo stesso tempo...

Il tamburo va scaldato perché con l'umidità si ammorbidisce la pelle e quando suona vibra male...

ti prego di non filmare, questo mio aspetto lo conoscono veramente poche persone...

ASCOLTA IL TAMBURO



Sono stata iniziata da una sciamana che è stata, a sua volta, iniziata allo sciamanesimo mongolo.

Ci sono varie correnti, la corrente che tra virgolette ti capita magari è proprio quella che ti doveva capitare. A lei è capitato di andare in Mongolia per un viaggio suo di ricerca, ha trovato questo villaggio con delle sciamane “original” molto giovani che l'hanno iniziata, appunto, secondo il rituale mongolo...

Io invece sono stata iniziata a Monaco di Baviera perché lei, di origine cilena, è sposata con un uomo di lì, anche lui iniziato insieme a me; prima era solo il suo aiutante e poi ha deciso di volere intraprendere il percorso.

Come siamo stati scelti? Lei ha ricevuto il compito dalla sciamana, questa ragazza mongola, e ha iniziato la selezione invitando a casa sua o, se necessario, a spostarsi lei. Nel mio caso sono andata io con altre quattro amiche. C'erano state già nei giorni precedenti altre persone. Ci ha fatto fare dei lavori brevi di preparazione e poi c'è stata la cerimonia sciamanica: è andata in trance, è arrivato il suo antenato, cioè la sua guida, l'entità con cui lei era in contatto in quel momento, che le ha fatto capire chi poteva fare questo percorso e chi no.

Esiste un'élite dalle doti innate?

In realtà la maggior parte delle persone può. Chi non è scelto non è che non possa intraprendere percorsi di ricerca esoterica, magari, più semplicemente non proprio lo sciamanesimo.

Comunque su cinque che eravamo, quattro andavano bene, anche se le altre persone non hanno continuato. La cosa molto carina è che l'iniziazione l'ho fatta il sei aprile... di due anni fa.

Data spartiacque per tutti gli aquilani...

...ed è stata scelta Monaco appunto, per una questione di comodità; per il rito c'è bisogno di boschi dove si possano accendere dei fuochi e la maggior parte delle nazioni da cui provenivamo non lo permettono senza essere disturbati dalla forze dell'ordine; abbiamo deciso di farlo lì a Monaco anche perché lei ci avrebbe potuto ospitare.

Eravamo cinque persone, non le stesse della selezione iniziale.

Eravamo in un bosco in cui c'era anche un fiume, vicino la riva, una parte d'iniziazione era lì e una parte nei boschi. Un'esperienza molto bella e molto forte.

Il tamburo è stato realizzato da un artigiano campano che realizza tamburi anche per i musicisti delle feste popolari, per suonare musica folk; questo è proprio un tamburo sciamanico che ad esempio non ha i piattini, a meno che lo sciamano non decida di aggiungerli, di solito dei sonaglini, e la cassa è più grande perché fa un suono diverso; solitamente i tamburi sciamanici sono più larghi, questo quarantacinque centimetri, ma ci sono anche più grandi...ma anche più piccoli...vabbè ogni sciamano si regola, diciamo che la maggior parte degli sciamani se lo costruisce da solo, ma nel mio caso non è stato così.

Comunque ci sono persone che insegnano a fare il proprio tamburo con le pelli fresche e le corde o il legno.

Il tamburo che uso io è in legno di noce con la pelle di capra, però ci sono anche con altri tipi di legno e altri tipi di pelle, poi si personalizza in base alla cultura, il tipo di tamburo, per esempio questo è rotondo, la maggior parte sono rotondi ma in Siberia si usano tamburi ovali , ellittici. Anche per il tamburo, come pure l'abito sciamanico o il copricapo, gli stivali e tutti gli strumenti ,c'è una cerimonia per la consacrazione, per l'attivazione. Quando si attiva il tamburo la credenza sciamanica vuole che uno spirito entri dentro il tamburo quindi ogni tamburo è abitato da uno spirito, è per questo che il tamburo si tiene molto bene, non si poggia in terra, si protegge, si tiene in un luogo sicuro, perché è una cosa molto preziosa come l'altare anche che ha tutti i suoi simboli sopra.


Tutte le scarpe degli sciamani mongoli hanno degli occhi o ai lati o davanti perché sono gli occhi che servono per guardare anche in basso, devono essere bianche.

Il copricapo è per la trance e si indossa coprendo gli occhi. Piume di barbagianni, questa di aquila.

Questo è il mio; lo voglio modificare...

Tutti i copricapo hanno delle piume, il tipo di piume cambia, alcune sono di aquila, altre di gufo, di falco...io ho semplicemente due piume di barbagianni e una piuma di aquila, non mi erano state indicazioni dall'ancestro, potevo scegliere io quali e quante, potevo metterne altre...io volevo farlo con le frange ma per ora ho questo...è quello che sono riuscita a fare più velocemente perché poi quando ci siamo dovuti preparare per l'iniziazione non è stato facile trovare tutto ed è stato molto divertente cercare tutte le cose che servivano perché non sono cose che vai al centro commerciale e le trovi, quindi è stata una cosa molto carina.

L'attrazione per la magia sciamanica non può essere ridotta all'azione dell'incanto e della fascinazione sul nostro individualismo prostrato dalla paura di non farcela schiacciato dal peso del tempo presente, lo sviluppo tecnologico e la scienza positivista...è piuttosto innescata dal potenziale che ha come forma di resistenza , rigorosa tecnica di focalizzazione della realtà per spezzare ogni incantesimo algoritmico e riprenderci il pieno controllo della nostra immaginazione.

Ah, ultima cosa importante: ordino a tutte le energie che non corrispondono a questo posto di andare via.



TESTO E FOTO DI FELICIA SANTILLI

domenica 19 aprile 2020

Manipolata e poi cotta: è la natura

di Felicia Santilli __________________________________________


Non mi sarei mai accorta dell'esistenza del laboratorio del Concrete Pottery Studio, non lo avrei trovato se non avessi seguito le indicazioni che Billy mi dava al telefono per arrivarci….

Incastonato tra la sede di Confindustria e il grande centro commerciale
Mimetizzato tra casette basse, l'edicola e qualche albero.
Annidato nel mezzo della zona industriale aquilana ovest, percorsa dalle persone quasi esclusivamente in auto e che si sviluppa da una decina d'anni per inerzia, a nastro, non seguendo una pianificazione urbanistica particolarmente rigorosa.

Fra il megastore Ipercina e le rotatorie.
Fra il consumo negli scaffali e il consumo del territorio.

Difficile da intercettare a occhio, perché nella forma è diverso dalle attività che si svolgono in zona e così è totalmente inaspettato.

In questo laboratorio ci si dedica alla produzione artigianale di vasi ed oggetti in terracotta, anche su commissione.
Inoltre ci sono ampie zone dedicate alle piante: una serra, dei micro giardinetti e aiuole.






Questi due artisti, artigiani e giardinieri, modellano, insieme all'argilla che da forma ai loro preziosi oggetti, una materia poco contenibile e adattabile alle esigenze di ognuno come il futuro, o una possibile definizione di esso; un tentativo di negare l'inevitabile entropia dei beni di consumo, una barriera nel passaggio obbligato di un bene d'uso ad una cosa senza valore e possibilità di riuso.

Innamorati e attratti da frammenti di un immaginario archetipico il loro motto è: dalla Terra, con la Terra, per la Terra.

Billy mi spiega:
- A parte gli strumenti classici, tutta roba per lavorare l'argilla...cazzate, ricicliamo tutto, dal pezzetto di plastica al ferro, alla pigna di sequoia con cui abbiamo fatto una cifra di decorazioni, vedi? Si ottengono tutte mini forme frattaliche... tutto, usiamo tutto.

Angelo precisa:
- Il riuso è alla base del nostro lavoro




- Queste sono diverse argille, questa è refrattaria...guarda che effetto questa smaltatura...
questi sono doppia cotta ...qui siamo partiti da questa idea qua, dalla vespa vasaia; bava e argilla che se viene cotta diventa così. Questo è l'alveare della vespa...guarda che forme aliene, questa fa pensare proprio a Dune.



- Cerchiamo di evolverci sempre, queste per esempio sono cortecce, si ottengono delle vere e proprie sculture.

- Questa è un'argilla che quando la lavori crea dei disegni...rimane bianca fuori e dentro è scura.

- Questo smaltato in prima cottura e queste che vedi sono tutte le impronte dei polpastrelli dei gatti...

Dalle foto che postate su Instagram ci si immagina una certa dimensione ma quando li vedi dal vivo scopri che alcuni sono sorprendentemente piccoli, alti nemmeno tre dita...

- Sì, i mini vasi piacciono a tutti! Richiedono molto tempo di lavoro...alcuni sono scavati...sembrano facili da realizzare ma no.





Il vostro è un lavoro molto complesso in senso proprio, è la composizione di tanti lavori messi insieme assemblati in un oggetto spesso molto piccolo...

- Ci piace l'attenzione, la cura, il volerlo fare in un certo modo...

C'è una sensazione a prima vista: sembra tutto improvvisato, posticcio, momentaneo. 
Pensi che nel caos disorganizzato puoi trascorrere qui giornate di beato far nulla o di cazzeggio mascherato da rêverie intellettuale fine a se stessa. Ma dura un momento; il tempo di individuare la divisione degli spazi, le materie prime e gli strumenti separati con perizia, il filo impalpabile e tenace che riesce a tenere insieme la tenerezza del germoglio della micropiantina salvata da morte certa e la scioglievolezza dell'argilla bagnata e molle, con la concreta fermezza dell'obiettivo di realizzare una vera e propria attività economica, vendendo bellezza autentica agli eletti privilegiati che sapranno riconoscerla.





LA ZONA VERDE

- E poi c'è la serra dove abbiamo un po' di piante autoctone: aceri, ippocastani, bagolari, biancospino... diverse talee



- Certo il freddo aquilano, l'anno scorso la neve ci ha distrutto la roulotte...proprio squagliata!

Sia l'aspetto artigianale che quello della cura delle piante sono parimenti importanti. È la fusione di tutto. Prevale l'oggetto scultura-materia o la pianta?

- Tu pensa al vaso, l'argilla è terra, è questa che vedi qua; noi abbiamo tolto la terra, in questo caso di Teramo, abbiamo cacciato un blocchetto di argilla da sottoterra scavando, l'abbiamo poi manipolata e poi cotta, è venuto come se fosse un vaso...è la natura.

Come scegliete le piante?

- No, no, sono loro che scelgono noi.
Noi cerchiamo di salvare tutto; alcune sono in quarantena, sai, i parassiti...si ammalano, poi le curi e tanto poi riesci a ripigliarle, dopo anni eh...ci vogliono anni; per esempio queste hanno sette, otto anni e noi sono due anni che ci stiamo a lavorare; queste le abbiamo tutte recuperate, erano morte, buttate.




- Oh Billy! 'Sto cazzo de olmo quest'anno ju tenemo accorcià eh, sta a ricaccià. Questo lo dovremmo accorcià finalmente, questo si dovrà pure toglie, si è viziato...questo l'anno scorso stava qua dietro, si accavallava ti ricordi?





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